Emigranti

La storia di due uomini “senza nome”, di due emigranti (un operaio nostalgico/ignorante e un intellettuale amareggiato/deluso) che vivono l’ultimo giorno dell’anno nella solitudine della loro tana/scantinato in una grande città straniera, mentre dai piani superiori del palazzo arrivano i suoni della festa.

Uno scontro/confronto. Un amarsi/odiarsi.
Una riflessione sulla loro condizione. Un’analisi della loro vita.

La scena si riempie di parole che scorrono senza interruzione in dialoghi serrati, di emozioni tristi e dolorosi, di frustrazioni, paure e speranze che appartengono a chi viene strappato dalla propria terra, dalla propria cultura, a chi diventa straniero nel mondo.
Aggressività e amicizia, attrazione e repulsione legano i due personaggi nella loro esistenza quotidiana. Un confronto serrato, che sapientemente dosa l’elemento comico e quello tragico. La tensione è sempre alta, quel sottile filo che li tiene uniti è pronto a spezzarsi, ma è troppo forte la voglia di condividere la propria solitudine, di stare soli ma senza separarsi.

Una storia senza tempo, una qualunque storia di emigranti che spostandosi (dalla Calabria o dal Marocco o da qualsiasi altra parte del mondo) alla ricerca di fortuna spesso sono stati vittima di razzismo, intolleranza, o della loro stessa solitudine: una storia che ci appartiene.

Regia: Massimo Costabile.
Con: Luigi Iacuzio e Marco Silani.
Scenografia: Salvatore Anelli.
Scenotecnica: Eros Leale.
Disegno luci: Paolo Carbone.