IDEAZIONE: Collettivo divano Project
PRODUZIONE: Collettivo divano Project e Cooperativa Centro R.A.T.
TESTO: Marzio Gandola, Margherita Fusi Fontana.
REGIA: Gianmarco Pignatiello.
SCENE: Gaia Fossati.
CON: Alessandra Curia, Maria Canino, Michele Correrà, Gionata Soncini.
TUTOR: Fabrizio Lombardo.
Con il sostegno di fondazione Claudia Lombardi per il Teatro è Campo Teatrale.
Con la Collaborazione di Eccentrici Dadarò.
Vincitore del bando Testinscena2024.
BIO COLLETTIVO
Divano Project è un collettivo Italo-svizzero Under 35 nato a Milano nel 2023.
È composto dagli attori Alessandra Curia, Maria Canino, Michele Correra, Gionata Soncini, dal regista Gianmarco Pignatiello e dal drammaturgo Marzio Gandola.
Con il loro primo progetto, un live podcast, scritto collettivamente a partire da fatti realmente accaduti ai membri, hanno vinto il bando Testinscena2024, promosso da Fondazione Claudia Lombardi per il Teatro, andato in scena a Campo Teatrale a Milano e al Teatro Foce di Lugano.
Il collettivo ricerca nei propri lavori la contaminazione tra teatro linguaggi multimediali contemporanei, promuovendo drammaturgie originali, creazioni collettive, confronto con temi di attualità.
SINOSSI
Un live podcast porta in scena quattro ragazzi che producono podcast, all’interno di un concorso per nuovi talenti in cui diffondono materiale radiofonico in streaming. Lo spettacolo si apre con la narrazione di un episodio realmente avvenuto ad uno di loro, che però é fortemente contrario alla modifica di alcuni elementi della storia per renderla più accattivante. Si stanno vendendo? Qual’è il limite della manipolazione dell’informazione? Il conflitto si acuisce quando, per la finale del concorso, decidono di utilizzare la storia d’amore della stessa persona, messa in parallelo alla vicenda di Otello. In questo caso, i ragazzi scoprono che raccontare una storia significa anche tradirla, scegliere una versione ed abbandonare le altre, sollevando domande sulla ricerca della verità, sulla violazione della privacy e dando vita a situazioni tanto tragiche quanto grottesche. Forse, la relazione amorosa del loro amico non era finita come l’aveva raccontata? E anche il protagonista stesso si confronta col dubbio di dover trovare dentro di sè il mostro inaspettato, l’Otello che non credeva di conoscere. Oppure è solo lo sguardo degli altri a crearlo? La situazione degenera in un’allucinazione collettiva in cui le frequenze si sovrappongono, i programmi radiofonici si mischiano, condannando o giustificando il litigio, la spinta, le lacrime, definendo un quadro inquietante, in cui ognuno è chiamato al confronto con la propria coscienza: forse quello che non è stato ritenuto un gesto violento da qualcuno, potrebbe esserlo per altri. In questa narrazione dei giorni nostri, quotidiana, dove si nasconde l’Otello?