Il Playcentro

Il Giornale della Calabria 17 luglio 1975

L’iniziativa ha lo scopo di mettere a frutto le esperienze di ricerca teatrale, cinematografica e audiovisiva e di portarle a livello delle varie comunità sociali per un’informazione diretta e non manipolata. Il Playcentro ha iniziato la sua attività aprendo un primo punto diriferimento nella zona vecchia della città. La scelta è dovuta, soprattutto, alla stratificazione sociale degli abitanti dei vecchi quartieri che li rendono veri e propri ghetti (sottoproletariato tipico di certe vecchie città, proletariato molto disgregato, artigiani, piccola borghesia povera, e abitanti definibili come “declassati”) completa mancanza di servizi sociali più elementari, nonché assenza assoluta di strutture culturali di base. Il Playcentro nasce dall’incontro-scontro dei numerosi tentativi ed esperienze (dalla ricerca teatrale, cinematografica, quella sugli audiovisivi) che in questi ultimi anni, in particolare, hanno posto le basi di strutture alternative per un’informazione diretta e non manipolata. Nella prima fase del suo intervento, il Playcentro non si pone ancora come struttura, ma come proposta di lavoro, di incontro-scontro, nello specifico calabrese. Tende così ad un lavoro di stimolo di unificazione delle iniziative di base autonomamente gestite, di conquista di spazi operativi all’interno del tessuto urbano ed extra urbano.L’intervento del Playcentro parte dal presupposto che rovesciare soltanto i contenuti non sposta il peso decisivo delle strutture esistenti; non si rimette in discussione la forma dell’informazione imposta rispondendo, per esempio, ad un programma televisivo reazionario con uno di sinistra.
L’operazione urgente consiste nel portare a livello delle varie comunità sociali, i diversi mezzi di comunicazione in modo che vengano gestiti direttamente da chi vive nelle diverse situazioni, per poter verificare non solo ogni circostanza che li concerne, ma anche gli stessi mezzi d’informazione contro la pretesa di gruppi esterni di mediare e manipolare mezzi e contenuti. L’esperienza di questi ultimi anni conferma che non esistono mezzi di informazione superati, e che, quel che importa l’impiego organico di qualsiasi strumento potenziale d’informazione alternativa e il coordinamento di questi mezzi. Per questa prima fase dell’intervento è stata aperta una saletta per cinema, teatro, musica ed audiovisivi che, anche se chiaramente insufficiente ad un intervento organico, permette, intanto, di coagulare una serie di forze del quartiere e non, investiti dall’intervento. L’attività della prima fase consiste in:
– Cicli di proiezioni di films, videotapes, montaggi audiovisivi;
– Concerti ed interventi musicali;
– Interventi di gruppi teatrali;
– Costruzione di interventi teatrali e musicali, prodotti direttamente dal Centro;
– Costituzione di un gruppo di animazione con i bambini del quartiere;
– Intermedia.

L’intervento diretto nel quartiere crea un incontro scontro tra la proposta-stimolo del Playcentro e il quartiere, con le sue egemonie già fissate da tempo. Nasce così la possibilità di una ricerca di un linguaggio non istituzionalizzato, che viene continuamente messo in discussione, criticato, ricostituendo in una nuova dimensione il cerimoniale della festa.

La produzione autonoma di materiali di lavoro è assicurata, per il momento, dall’equipe del Workshop – Laboratorio Permanente di Ricerca Teatrale, il quale oltre alla sua attività di Teatro-Laboratorio, opera anche come gruppo di animazione con i bambini del quartiere. In questo momento sta valutando, inoltre, la possibilità di produzione autonoma di films, videotapes e audiovisivi. In conclusione il Playcentro si caratterizza in generale come proposta di lavoro con tutti gli organismi di base preesistenti nell’area urbana ed extra-urbana, nonché dalla possibilità di creare strutture alternative, presentandosi già come un primo nucleo autogestito.